martedì 23 ottobre 2007

Nunca MAS


baires 633
Inserito originariamente da lavalen
dal rapporto pubblicato della commissione nazionale sulla sparizione delle persone durante la dittatura argentina ... comincio a leggere questo Volume con qualche timore: nessuno delle persone a cui ho chiesto è mai riuscito a leggerlo interamente, gli aggettivi si sprecano “duro, crudo, incredibile, doloroso, …”. Io confido nella barriera linguistica, le immagini di torture raccontate da chi è sopravvissuto non saranno così vivide, mi dico per farmi coraggio. E comincio dal prologo, pagina 11 del rapporto, le prime 12 righe di questo rapporto mi colpiscono come un birillo, buttato giù dalla bicicletta di un bimbo sparata alla velocità dell’incoscienza! Queste righe recitano più o meno così “ negli anni 70 l’Argentina ha sofferto di un terrorismo sia di destra sia di sinistra generatore di molta violenza, fenomeno peraltro capitato in molti altri paesi. Così in Italia, che affrontò la violenza di formazioni fasciste e delle Brigate Rosse. Però, questa nazione non abbandonò in alcun momento i principi del diritto per combattere questo fenomeno, e la battaglia è stata assolutamente efficace, con le armi dei tribunali ordinari, offrendo agli accusati tutte le garanzie di una difesa in giudizio. In occasione del sequestro di Aldo Moro, quando un membro dei servizi segreti propose a Dalla Chiesa di torturare un detenuto che sembrava sapere molto, il Generale rispose con parole memorabili “l’Italia può permettersi di perdere Aldo Moro, non di istituzionalizzare la tortura!”.

Il prologo della Commissione Nazionale d’indagine sulle crudeltà e gli abusi della dittatura militare si riferisce, nelle prime righe di introduzione all’Italia, ad Aldo Moro. Sembrano saperne di più quaggiù, dall’altra parte del mondo, che nelle aule delle nostre scuole. Quindi penso che si sappia anche dei molti attentati di cui restano ignoti spesso gli esecutori, sempre i mandanti. Che il nostro terrorismo di stato agiva, con una sorta di “tortura collettiva” ha agito, per esempio mettendo bombe su treni gremiti di persone, ma l’effetto della paura, del voto condizionato, della sensazione di incertezza e precarietà, comunque lo hanno ottenuto, no? Dunque, è un paese giusto quello dove i mafiosi uccidono i propri riferimenti politici quando questi non servono più, è un paese legale quello dove chi ha portato il lutto di un familiare il 2 agosto 1980 può piangere su una lapide della sala di attesa della stazione di Bologna ma non può avere giustizia? E si parla di terrorismo di stato, di servizi segreti deviati, di loggia P2, addirittura di strumentalizzazione dei brigatisti per eliminare quella parte di DC che apriva ai comunisti … Ci resta la consolazione che la tortura, noi, nella forma vissuta in Argentina, non l’abbiamo avuta … Eppure ci resta sempre il dubbio che Aldo Moro non l'abbiano voluto liberare ... e ci resta Cossiga che esterna e, per i principi democratici, anche lui ha diritto alla libertà di parola (in Parlamento ma anche in radio, sui quotidiani, alla tele …); ci accompagna fedele Andreotti (penso che avrò una crisi di mezza età quando non ci sarà più, ci sono cresciuta con Andreotti, non mi immagino un mondo senza di lui!), Gelli vive sereno nella sua villa, approfittando della vita, niente carcere, niente abiure, perché mai, l’Italia è un paese libero …

1 commento:

jumbolo ha detto...

tutto tristemente vero