lunedì 26 novembre 2007

una serata fantastica, in un luogo magico, il primo club sociale e culturale (Club de el progreso) fondato in Argentina nel 1852. Decori, stucchi, legno, tutto risplende di un lusso decadente. Il club poi ha tra i suoi illustri membri quasi tutti i più importanti Viali di Buenos Aires, molte stazioni del treno ed alcune del metro! insomma, conosco poco la storia del paese ma questo è decisamente un posto da frequentare!

conta il risultato!

finalmente, hanno fatto passare una legge che, seppure con cautela, protegge il patrimonio immobiliare della città! così edifici simbolo delle recenti lotte non saranno demoliti, come questo della foto, un immobile stile "francese" bellissimo che era stato acquistato da speculatori immobiliari per abbatterlo e far spuntare al suo posto una torre ... per essere polemici si può notare che molto "scandalo" è nato da quando gli immobiliaristi senza scrupoli sono andati a cercare nei quartieri chic ed esclusiVi della città, come la recoleta ...

lunedì 19 novembre 2007

le notizie corrono

L’altra sera ascoltavo una radio che trasmette solo tango, pagata dall’amministrazione pubblica (una sorta di radio3 tanghera!) … dato che il ritmo del tango dopo un po’ ti ipnotizza (qui la chiamano la musica dei cornuti), io ascolto prestando poca attenzione, un sottofondo che rende più reale la mia presenza a Buenos Aires le sere che mi scofano spaghetti al ragù… e, improvvisamente sento il nome di Berlusconi, un attimo di straniamento cosmico riprendo il controllo dei muscoli e corro ad alzare il volume pensando “ecco, ci siamo, è morto e ora diventerà il grande imprenditore statista ...”. Peggio, Berlusconi fonda un nuovo partito … Ma è possibile che quaggiù, dall’altra parte dell’oceano siano interessati a queste frivolezze? Come se radio3 raccontasse nei suoi spazi flashnews che CFK si è rifatta le tette … Che non si rendano conto che senza Fini, Casini e Bossi tutto questo non ha un senso politico? Oddio, perché riusciamo ad esportare in questa parte di mondo solamente fenomeni come Nicola di Bari, Raffaella Carrà (sulla quale hanno fatto addirittura un musical …) e non siamo riusciti ad esportare Berlusconi con un biglietto di sola andata?

MALBA vs. Cinemark

Partita di calcio? Rugby, in grande ascesa nei cuori argentini? Forse polo, ora che è cominciata la stagione …Semplicemente due rassegne di cinema italiano si sfidano nella medesima settimana, dal 22 al 28 novembre, in contemporanea proponendo una visione del nostro cinema abbastanza differente.
MALBA schiera innanzitutto il prestigio del luogo, il Museo di Arte Latino Americana (?), con una sala cinematografica mecca dei cinefini porteñi. In campo, per questa sfida ha disegnato una formazione di tutto rispetto, Gillo Pontecorvo con la Battaglia di Algeri è il film icona, restaurato ci riporta alla tradizione; il resto però è tutto nuovo: 10 opere prime dell’ultima decade. Così, finalmente a Buenos Aires vedrò quello che in Italia non ho mai avuto la fortuna di vedere … Paolo Sorrentino, Vincenzo Marra, Francesco Munzi, Alessandro Angelici!
Cinemark è una multisala tipo Odeon, include popcorn e maxi bibita, ubicato nella zona chic di B’aires, presenta un gruppo di film di media cassetta, all’interno della rassegna “nuovo, giovane cinema italiano” si includono Carlo Verdone, Pupi Avati, Cristina Comencini e, sorpresa delle sorprese … Ozpetek! Vedrò Cuccino e Fabio Volo e l'adorato (per quanto l'ultimo sembra orribile!) Ozpetek con lo stesso spirito con il quale guardai tutto il festival di Sanremo nel 1999, a Ramallah …

Nessuno sopravvive ad un archivio giornalistico!

Anche quaggiù dall’altra parte dell’oceano si fa il toto ministri … e per mettere fine alle voci che, pare, abbiano indispettito più di un ministro dato per escluso dalla nuova presidentessa, sono stati ufficializzati alla fine della scorsa settimana i nomi. Del gran parlare che se ne sta facendo, due cose attirano l’attenzione, dei mezzi di informazione e mia! La prima è che non c’è un ministro radicale, o degli ex radicali che si sono aggiunti al carro del vincitore e che hanno espresso il vice presidente eletto con CFK. La seconda novità è il ministro dell’economia, Martin Lousteau: della scuola JP Morgan, cresciuto con Lavagna, altro ex ministro dell’economia di FK che si dimise e a questa elezione si è candidato presidente (perdendo … addirittura il secondo posto dietro alla cicciona Carriò), il nuovo ministro stupisce innanzitutto per l’età, 36 anni e per una serie di affermazioni che sono analizzate alla luce del nuovo incarico … “l’inflazione non è un problema”, “sono un keynesiano” “la spesa pubblica argentina sia molto al di sotto di quanto dovrebbe!”, “voglio mantenere un cambio col dollaro reale e fluttuante”. Tanto più ci si deve concentrare su ciò che in passato ha commentato della situazione economica perché ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione che potrebbe influire o screditare la chiusura del mandato dell’attuale ministro. Restiamo in attesa ...

martedì 6 novembre 2007

le strane regole dell'urbanistica quaggiù, dall'altra parte dell'oceano!


beautiful_building5
Inserito originariamente da lavalen
Sono profondamente ignorante in materia, ma certe cose le capisco pure io. Dunque, dove sorge una casa, se il piano regolatore lo permette (e non ho ancora trovato un posto dove non sia possibile …) si può costruire un edificio di svariati piani. Così si leggono cartelli tipo: vendesi casa su lotto 10 m x 15 m, zona mappa XXIILL etc. Io, ingenua e curiosa mi informo sui prezzi e … sorpresa! Una vecchia casa degli inizi del 900 costa più di un appartamento nuovo in una zona snob … Penso inizialmente che questi porteñi sono veramente in gamba, valutano più la salvaguardia del proprio patrimonio architettonico di quanto non facciamo spesso in Italia, penso anche che apprezzano l’antico più di quanto le apparenze di questa città dimostrino … E invece no, il prezzo è dato dal valore del terreno e dall’edificabilità (ossia quanti piani si possono impilare?). mi sento ingenua a fare certi discorsi ma il volto di questa città si sta velocemente trasformando nello stereotipo delle megalopoli latino americane. Nelle strade commerciali, una giungla di insegne pubblicitarie affolla lo spazio aereo, in cerca di spiragli di visibilità. Nei quartieri periferici, torri di 20 piani alte e strette nascondono la vista del sole e soffocano le poche case (se ci sono) rimaste a presidiare un passato che molti preferiscono distruggere perché ricordo di antiche povertà. E la nuova povertà si annida ai margini della ferrovia, infrattata dietro stazioni della metropolitana, abbaraccata, nascosta da alti muri affinché fuori non si veda il brulicare di capanne di lamiera, l’andare e venire per le strade di fango, l’accumulo di immondizia e la gente che scalza si trascina, urla, si chiama, ascolta la musica, vive, se di vita quaggiù si può parlare!

venerdì 2 novembre 2007

emigranti moderni


rotiseria miramar
Inserito originariamente da lavalen
Io gli emigranti li ho sempre pensati con la valigia di cartone, sporchi, analfabeti, insomma con le pezze al sedere, letteralmente come Crialese li raffigura (e non solo lui) nel suo film “Nuovo Mondo”. E il fenomeno migratorio lo collocavo temporalmente in un’altra epoca, quando ancora io non ero nata. Invece scopro quaggiù, in quest’angolo di Europa dall’altra parte dell’oceano, che l’emigrazione continua, dall’Italia alla ricerca di opportunità, letteralmente alla caccia di fortuna. Non mi riferisco al variegato mondo dei cosiddetti espatriati, quelli che partono in missione, fanno gruppo, ricreano in ogni continente dove vanno le condizioni di vita originarie della propria città e si lamentano dello sporco, dell’assenza di buona pizza, del caffè imbevibile etc. E i moderni emigranti per me non sono neppure i freakettoni dello Yucatan, sulla spiaggia tropicale a cucinare pizza e tagliatelle “perché cioè, sì, che qua ho trovato, cioè, una dimenzione di vita alternativa, cioè, faccio meditazione e mi concentro meglio nella posizione del cobbra quaggiù, non c’è niente da fa’!”.
No, quelli che sto conoscendo quaggiù sono una razza a parte, emigranti moderni, lasciano casa perché fuori, sicuramente, otterranno risultati maggiori a parità di sforzo, almeno questo sembra essere il paradigma applicato.
E così conosco Carmine, emigrato da Salerno 10 anni fa. Ha individuato una nicchia di mercato interessante: un caseificio che utilizza il latte argentino con tecniche di produzione del formaggio tipicamente italiane … Ne ha ottenuto un pecorino che, per gli standard locali, è fantastico e produce una mozzarella fiordilatte che mi ha fatto commuovere quando l’ho assaggiata. E mi racconta, nel suo traballante italiano che “me piace chedarme accà, è una mui buona città, qua sto bene ma non posso volvere a italia, con questo dinaro nun ce faccio nunca al mio paise”.
E poi conosco Francesco, tipico romano della Roma del mondo cinematografico, del fare e brigare. Lui lavora a nyc con harvey keitel prima di decidere di traslocarsi armi e bagagli a B’aires ed aprire un ristorante … “sai, co’ harvey e robbert (cfr. De Niro) se parlava d’apri’n ristorante però io mai ho avuto un ristorante; chiaro, se magnavano la mia spigola ar sale loro e tutti l’ amici e me riempivano de complimenti, ma da na spigola a’n ristorante ce passa n’autostrada, meglio fasse le ossa quaggggggiù, no?”. Aperto da soli due mesi, “i due ladroni” è un posto assolutamente unico, la qualità del cibo è tanto buona quanto il sapore dei formaggi di Carmine.
E io cosa racconterò, un giorno, incontrando un italiano che passa qualche giorno per turismo a B’aires? Sono aperte le scommesse …