martedì 11 dicembre 2007

il museo dei bambini?

Gli argentini, quelli di sinistra almeno, si lamentano degli innumerevoli centri commerciali (si chiamano "cioppin") che spuntano come funghi in città, rubando spazi al vivere collettivo (dove prima c’erano cinematografi, biblioteche etc.), sostituendosi ad antiche professioni (nel mercato del pesce di inizio secolo) o semplicemente invadendo lo spazio che fu di residenze, case e ville abbattute perché fatiscenti, ubicate in posizione strategica. Ma c’è uno shopping, appunto installato nell’ex mercato del pesce di inizio secolo, che attira la mia attenzione per la presenza del “museo dei bambini”. Che bell’iniziativa, penso mentre entro con la mia figlioccia di un anno e mezzo. E d’improvviso mi ritrovo in una ricostruzione, pitturata e illustrata, di una città, il cui centro è una piazza dove si affacciano nell’ordine:
  • una pedana che mostra sfacciata l’automobile in promozione nel mese in corso (sigh, una fiat siena …)
  • un supermercato (marca COTO) a dimensione bambino, come dire che l’esselunga ricrea un suo super per insegnare ai bambini come consumare, spendere, usare il carrello nella grande distribuzione organizzata e moderna, e se non bastasse ... non c’è ombra di una bottega tradizionale tipo panettiere, calzolaio …
  • una banca (marca BANCO ARGENTINO) il cui slogan è: costruiamo i futuri proprietari (ammicca al prestito bancario e lo slogan è scritto sopra la faccia di un bambino …)
  • l’agenzia delle entrate argentina, nella riproduzione di uno spazio doganale per le merci … indicano in quale momento del processo di importazione si devono pagare i dazi!
Dalla piazza, per fasulle stradine laterali, si accede all’area medica:
  • un ambulatorio per bambini (dove si fanno anche le vaccinazioni ai bambolotti),
  • il dentista (spazio “gentilmente” e poco discretamente sponsorizzato da colgate, con un tubo di dentifricio gigante fatto a scivolo),
  • una fattoria del latte, allestito dalla nestlè latte in polvere,
  • 2 aree giochi con il logo del negozio che ha rifornito di balocchi e, casualmente, si trova proprio all’ingresso del museo, con le sue vetrine luccicanti che ammiccano a bambini oramai trasformati in perfetti quanto ottusi consumatori.
E si para davanti ai miei occhi il volto allucinato di marlon brando, e lo sento bisbigliare al mio orecchio “l’orrroreeeeeeeeee” …

1 commento:

Andrea ha detto...

ma guarda questa quante scuse trova pur di non comprare regali alla figlioccia (o almeno dentifricio ora che ha ben 5 denti)
a