Ecco l’ingresso, qui parcheggiavano le auto, dalla porta in fondo entravano i prigionieri, molti non sarebbero usciti vivi. Il ragazzo che mi accompagna in questo macabro tour mi racconta, passeggiano per le curate aiuole di questa base militare che la convivenza con i militari è stata lunga. Lui, impiegato della segreteria per i diritti civili della città, lavorava alla ESMA quando ancora l’esercito aveva ceduto soltanto pochi edifici dell’immensa base. Convivevano, militari e rappresentanti dei diritti civili, separati in casa da una barriera di metallo alta oltre 2 metri, che lasciava vedere soltanto i piedi … E così si controllavano, vicendevolmente. La convivenza è durata ben tre anni, molto oltre il termine inizialmente fissato per il passaggio di consegne.
Diana
6 ore fa
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